Verso una Svizzera senza tabacco né nicotina
L’Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo (AT Svizzera) è il centro di competenza per la prevenzione del tabagismo in Svizzera. Quale organizzazione mantello in questo ambito, AT Svizzera conta oggi tra i suoi aderenti oltre 50 associazioni. Essa offre ai suoi membri una vasta rete di esperte e esperti, e fornisce loro conoscenze specialistiche sul controllo e la prevenzione del tabagismo. Con i suoi servizi, che sono fondati su dati scientifici consolidati, e la sua rete di contatti, che conta tutti i principali enti attivi su questo fronte, la nostra associazione si impegna per fare in modo che la popolazione svizzera possa vivere in buona salute e liberarsi dalla dipendenza dal fumo. Al contempo, AT Svizzera offre il suo aiuto alle persone che desiderano smettere di fumare e disintossicarsi dalla nicotina.
Purtroppo, gran parte della popolazione svizzera considera ancora «normale» il consumo di prodotti di tabacco e di nicotina. Pertanto, un importante asse strategico di AT Svizzera è attirare l’attenzione su questo aspetto e rimetterlo in discussione (denormalizzazione del consumo). Un’altra priorità del nostro lavoro è la protezione dei giovani: AT Svizzera vorrebbe riuscire a persuadere chi fuma che la migliore soluzione è senz’altro smettere. Infine, la nostra associazione mira a rafforzare la protezione di tutta la popolazione dal fumo passivo.
09.07.2021 |News
Protezione dal fumo passivo: il Vallese anticipatore?
Le autorità cantonali vallesane estendono la protezione contro il fumo passivo e il divieto di pubblicità per i prodotti del tabacco. Quattro domande a Alexandre Dubuis di Promotion santé Valais in merito alla nuova ordinanza entrata in vigore il 1° luglio 2021.
Signor Dubuis, quali sono i principali cambiamenti introdotti dalla nuova ordinanza?
L’ordinanza protegge la popolazione dalla pubblicità per i prodotti del tabacco ma anche da quella per le sigarette elettroniche, i vaporizzatori e la cannabis legale (art. 1 cpv. 1).
Inoltre, l’ordinanza considera la cannabis legale e i vaporizzatori alla stessa stregua del tabacco per quanto riguarda l’esposizione passiva al fumo (art. 2 cpv. 1).
Perché è importante?
Le multinazionali del tabacco adescano i giovani con la pubblicità, le promozioni e le sponsorizzazioni. La fascia di popolazione più giovane appare particolarmente sensibile al marketing aggressivo che le viene rivolto, ad esempio attraverso i giornali gratuiti o nel quadro di eventi festivi. Questo marketing banalizza i pericoli legati alla dipendenza dalla nicotina. Ma si sa che l’esposizione alla nicotina ad assorbimento rapido induce una forte dipendenza, ed è stato dimostrato che il consumo di questi nuovi prodotti del tabacco (snus, pipa ad acqua, vaporizzatori ecc.) apre direttamente le porte al consumo delle sigarette convenzionali. Sotto la pressione della pubblicità, capita di frequente che i giovani consumino non uno, bensì più prodotti del tabacco allo stesso tempo. Per proteggerli, è necessario vietare la promozione dei prodotti che inducono dipendenza, poiché sono sempre più consumati proprio in questa fascia di popolazione, come possiamo constatare direttamente sul terreno, durante i nostri interventi nelle scuole.
Secondo lei, il Canton Vallese è in anticipo sugli altri per quanto riguarda la protezione dal fumo passivo o il divieto di pubblicità per i prodotti del tabacco e della nicotina?
Il Vallese ha potuto profittare di due revisioni legislative recenti, quella della legge cantonale sulla polizia del commercio (età di vendita a 18 anni per i prodotti contenenti nicotina) e quella della legge cantonale sulla salute. Se il nostro cantone è di fatto un precursore, lo è soprattutto poiché ha saputo cogliere queste opportunità in modo da disporre di un quadro legislativo in linea con i nuovi modelli di consumo. Tuttavia, bisogna restare realisti: la legislazione cantonale protegge dalla pubblicità visibile, ma non da quella promossa attraverso gli influenzatori così in voga sui social (tik tok, instagram, snapchat). Per riuscire a regolamentare anche questi spazi, l’unica soluzione è una legislazione federale forte.
Quali (altre) misure sarebbero necessarie a livello nazionale per garantire una protezione veramente efficace contro il fumo passivo?
Adottare lo stesso quadro legislativo in tutto il paese, per evitare disparità cantonali, e fare in modo che esso includa non solo il tabacco, ma anche le sigarette elettroniche, i vaporizzatori e la cannabis legale.
Alexandre Dubuis, sociologo, è responsabile della comunicazione per Promotion santé Valais e incaricato del settore Addictions-CIPRET (Centre d’information de prévention du tabagisme), di conseguenza della gestione operativa del programma vallesano per la prevenzione del tabagismo. |
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