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05.05.2021 |News

La Nuova Zelanda all’avanguardia nella lotta al tabagismo : Smokefree Aotearoa

Nell’aprile 2021 la Nuova Zelanda ha messo in consultazione « Smokefree Aotearoa 2025 », un nuovo piano d’azione per riuscire a eliminare o ridurre al minimo il tabagismo e i suoi effetti negativi entro i prossimi quattro anni.[i]  L’obiettivo è, più esattamente, quello di ridurre la prevalenza nell’intera popolazione neozelandese a meno del 5% entro il 2025. Nell’arcipelago muoiono ancora ogni anno, per le conseguenze del tabagismo, 4’500 persone.

Fonte: www.smokefree.org.nz

Un piano d’azione ambizioso

Il piano d’azione posto in consultazione dalle autorità neozelandesi consiste in un complesso di misure di lotta al tabagismo. Esso intende in particolare:

- consolidare il sistema di controllo del tabacco, sostenendo maggiormente le iniziative comunitarie ma anche la ricerca e il monitoraggio;

- ostacolare l’accesso ai prodotti del tabacco, introducendo un sistema di licenze per lo smercio e riducendo così il numero di punti vendita;

- rendere meno attraenti i prodotti del tabacco e fare in modo che inducano meno dipendenza, riducendo a un livello molto basso la nicotina che contengono, vietando i filtri per le sigarette e qualsiasi tipo di innovazione introdotto dai fabbricanti per rendere questi prodotti più invitanti;

- stabilire un prezzo minimo;

- migliorare le campagne già in corso, investendo maggiormente nelle operazioni di prevenzione e nei programmi per aiutare a smettere di fumare, soprattutto quelli destinati a fasce di popolazione prioritarie.

Una disposizione importante prevista dal nuovo piano d’azione è il divieto, per chiunque sia nato dopo il 2004, di acquistare prodotti del tabacco. Le persone nate prima potranno continuare ad acquistarli, ma il divieto si farà progressivo con l’età, creando così una vera generazione senza tabacco.

Inoltre, il piano d’azione sottolinea l’importanza di concentrarsi sulla popolazione Maori e polinesiana, ossia su gruppi confrontati a notevoli disuguaglianze sociali e a una prevalenza del tabagismo ancora molto alta. Se è vero che le misure in atto sono riuscite a diminuire la prevalenza nella popolazione Maori (dal 39,2% del 2006-07 si è passati al 28,7% del 2019-20), questa percentuale, tuttavia, è ancora troppo elevata.

Reazioni dei media

Il piano d’azione neozelandese ha suscitato molto interesse e commenti a livello internazionale.[ii]  In Svizzera i media hanno sottolineato che l’iniziativa raccoglie il sostegno di almeno il 70% della popolazione.[iii] Uno dei commenti più incisivi è stato quello dell’emissione « 120 secondes » della Radio Svizzera Romanda RSR che, in uno sketch, ha messo in scena l’intervista di un rappresentante della lobby (ovviamente inventata) degli Swiss Tobacco Lovers. Al di là dell’aspetto canzonatorio, l’argomento è stato trattato con grande intelligenza.[iv]

Se alcuni media hanno fornito analisi equilibrate e pacate del piano neozelandese, altri hanno preferito dare voce a esperti allarmati e allarmisti, che si sono scagliati contro i presunti effetti perversi di una crociata considerata proibizionista e liberticida, senza mettere minimamente in prospettiva le diverse misure nel loro insieme. Prima di sventolare lo spauracchio del proibizionismo, bisognerebbe spiegare che la Nuova Zelanda si trova in una situazione radicalmente diversa dalla Svizzera.

Altre misure avrebbero meritato molta più attenzione da parte dei media, ad esempio la fissazione di livelli massimi, che permette di ridurre la quantità di nicotina nei prodotti, comprese le sigarette tradizionali. Limitare il tasso di nicotina diminuisce la capacità di questi prodotti a indurre dipendenza; in questo modo si ottiene un effetto importante, in particolare sul numero di giovani che potrebbero iniziare a fumare.[v]  L’efficacia di una misura di questo genere è largamente provata.[vi]

Un complesso di misure

Analogamente alla vicina Australia, da diversi anni la Nuova Zelanda ha adottato progressivamente, per lottare contro il tabagismo, un complesso di misure di vario genere. Solo intervenendo su più fronti è possibile ottenere risultati concreti.

In Nuova Zelanda il prezzo di un pacchetto di sigarette supera ormai i 24 franchi, mentre in Svizzera si possono trovare facilmente pacchetti per 5.50 o 6 franchi. Dal 2010, in Nuova Zelanda il prezzo è aumentato del 10% ogni anno, mentre in Svizzera l’ultimo rincaro – e di soli 10 centesimi dovuti all’imposta sul tabacco – risale al 2013. Da allora più niente!

Nel giugno 2018 la Nuova Zelanda ha adottato anche un’altra misura provatamente efficace: il pacchetto neutro. La prima era stata l’Australia, nel 2012, seguita dalla Francia e dal Regno Unito nel 2017. La Nuova Zelanda è stata il quarto paese a muoversi in questa direzione, seguita poi da molti altri.[vii]

Fonte : OMS

La Nuova Zelanda è anche stata uno dei primi paesi a vietare il fumo nei locali chiusi, iniziando già nel 1990 con i luoghi di lavoro. In Svizzera l’Amministrazione federale, compreso l’Ufficio federale della sanità pubblica, permetteva di fumare nei suoi locali ancora nel 2007. Dal 2004, la Nuova Zelanda ha vietato il fumo in tutti i luoghi pubblici chiusi, compresi bar e ristoranti.[viii]

Riduzione della prevalenza

Nel 1991 il tasso di prevalenza nella popolazione neozelandese era del 25%. In seguito è sceso al 17% nel 2006-07, per raggiungere poi il 10,1% nel 2019-20. In Svizzera questi livelli possiamo sognarceli! Oggi siamo ancora al 27% di prevalenza generale nella popolazione adulta. In altre parole, siamo messi anche peggio della Nuova Zelanda 30 anni fa. Inoltre, nel corso dell’ultimo decennio il tasso di prevalenza nella popolazione svizzera è rimasto praticamente immutato, e ciò nonostante l’arrivo sul mercato delle cosiddette sigarette elettroniche e di prodotti analoghi, che l’industria mette avanti per meglio venderci la sua cortina di fumo… basti pensare che il nuovo slogan di Philipp Morris è « delivering a smoke-free future »! Senza dimenticare un dato ancora più inquietante: in Svizzera, la prevalenza nella popolazione giovanile (15 – 25 anni) si situa a un livello ancora più alto, ossia 31,2%.

Al di là delle politiche di salute pubblica molto efficaci adottate dalla Nuova Zelanda, tra i nostri due paesi esiste un’ultima, notevole differenza. L’arcipelago non accoglie la sede di multinazionali del tabacco, mentre qui in Svizzera le tre più grandi beneficiano delle migliori condizioni fiscali immaginabili. Se è vero che la pressione di questa lobby è stata forte anche in Nuova Zelanda, forse non lo è stata tanto quanto quella che subiamo in Svizzera. Nel piano d’azione posto in consultazione, la Nuova Zelanda afferma in modo chiaro di rispettare la Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco;  in particolare sta seguendo, con questa procedura, le direttive per l’applicazione dell’articolo 5 capoverso 3 della Convenzione, intese a proteggere le politiche di salute pubblica e lotta al tabagismo dagli interessi commerciali o di altro genere dell’industria del tabacco. [ix]  La Svizzera, che ha sottoscritto la Convenzione ma non l’ha ancora ratificata, purtroppo omette sistematicamente di menzionare l’articolo 5 capoverso 3 nel quadro delle consultazioni sulle questioni di salute pubblica che toccano il consumo di tabacco.

Che cosa deve fare la Svizzera ?

Oggi in Svizzera non si tratta tanto di discutere le misure proposte dal piano d’azione neozelandese, né di ergersi contro un proibizionismo che dista anni luce dalla nostra situazione. Se al termine della consultazione la Nuova Zelanda dovesse adottare le misure proposte, per noi diventerebbe un laboratorio ancora più interessante da osservare e dal quale trarre ulteriori insegnamenti.

In Svizzera, dove la legge federale sui prodotti del tabacco si sta trascinando a fatica in Parlamento, si tratta invece di adottare con urgenza le misure già dimostratesi efficaci, in Nuova Zelanda come altrove, ossia: vietare qualsiasi forma di pubblicità, introdurre pacchetti neutri, rincarare massicciamente i prezzi adottando un’imposizione incisiva, vietare in modo concreto la vendita alle persone minorenni e impedire loro di accedere ai prodotti contenenti nicotina – ricordiamo che oggi le persone minorenni possono acquistare sigarette elettroniche (ad es. le « puff bar » usa e getta) ovunque e a prezzi irrisori.

Cominciamo con l’adottare politiche finalmente progressiste e coraggiose, e accantoniamo i fantasmi di proibizionismo, perché in tal modo facciamo solo il gioco dell’industria e della lobby del tabacco.

 

Luciano Ruggia

Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo

Direttore

 031 599 10 21

luciano.ruggia@at-schweiz.ch



[i] Ministry of Health (2021): Proposals for a Smokefree Aotearoa 2025 Action Plan. Discussion document. Wellington (NZ). Accessibile su: https://www.health.govt.nz/system/files/documents/publications/proposals_for_a_smokefree_aotearoa_2025_action_plan-final.pdf.
[ii] The Guardian, 16.04.2021, An end to cigarettes? New Zealand aims to create smoke-free generation, https://amp.theguardian.com/world/2021/apr/16/new-zealand-aims-to-create-smoke-free-generation-cigarettes
[iii] Tribune de Genève, 27.04.2021, Devenir un pays complètement libéré du tabac? Les Néo-Zélandais approuvent, https://www.tdg.ch/un-pays-sans-tabac-les-neo-zelandais-approuvent-782334785041
[iv] Emissione «120 secondes», RSR, 26.04.2021,


[v] Apelberg, Benjamin J.; Feirman, Shari P.; Salazar, Esther; Corey, Catherine G.; Ambrose, Bridget K.; Paredes, Antonio et al. (2018): Potential Public Health Effects of Reducing Nicotine Levels in Cigarettes in the United States. In The New England journal of medicine 378 (18), pp. 1725–1733. DOI: 10.1056/NEJMsr1714617.
[vi] Edwards, Richard; Hoek, Janet; Wilson, Nick; Bullen, Chris (2021): Reducing nicotine in smoked tobacco products: A pivotal feature of the proposals for achieving Smokefree Aotearoa 2025. University of Otago. Accessibile su: https://blogs.otago.ac.nz/pubhealthexpert/reducing-nicotine-in-smoked-tobacco-products-a-pivotal-feature-of-the-proposals-for-achieving-smokefree-aotearoa-2025/.
[vii] https://en.wikipedia.org/wiki/Plain_tobacco_packaging
[viii] Laugesen, Murray (2004): Smoke-free Policies in New Zealand. WHO (WHO/NHM/TFI/05.9). Accessibile su: https://www.who.int/tobacco/training/success_stories/TfiR3hrNZf.pdf.
[ix] https://www.who.int/fctc/guidelines/adopted/article_5_3/fr/

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