Verso una Svizzera senza tabacco né nicotina
L’Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo (AT Svizzera) è il centro di competenza per la prevenzione del tabagismo in Svizzera. Quale organizzazione mantello in questo ambito, AT Svizzera conta oggi tra i suoi aderenti oltre 50 associazioni. Essa offre ai suoi membri una vasta rete di esperte e esperti, e fornisce loro conoscenze specialistiche sul controllo e la prevenzione del tabagismo. Con i suoi servizi, che sono fondati su dati scientifici consolidati, e la sua rete di contatti, che conta tutti i principali enti attivi su questo fronte, la nostra associazione si impegna per fare in modo che la popolazione svizzera possa vivere in buona salute e liberarsi dalla dipendenza dal fumo. Al contempo, AT Svizzera offre il suo aiuto alle persone che desiderano smettere di fumare e disintossicarsi dalla nicotina.
Purtroppo, gran parte della popolazione svizzera considera ancora «normale» il consumo di prodotti di tabacco e di nicotina. Pertanto, un importante asse strategico di AT Svizzera è attirare l’attenzione su questo aspetto e rimetterlo in discussione (denormalizzazione del consumo). Un’altra priorità del nostro lavoro è la protezione dei giovani: AT Svizzera vorrebbe riuscire a persuadere chi fuma che la migliore soluzione è senz’altro smettere. Infine, la nostra associazione mira a rafforzare la protezione di tutta la popolazione dal fumo passivo.
28.04.2023 |News
Belgio: la più alta autorità sanitaria raccomanda di vietare i filtri di sigaretta
Presa di posizione: L’impatto dei filtri di sigaretta sulla salute pubblica e sull’ambiente
I filtri di sigaretta fanno più male che bene. In primo luogo, non prevengono in alcun modo gli effetti nocivi del tabagismo, anzi: poiché rendono l’effetto della sigaretta più gradevole al palato, accentuano il piacere di fumare. Inoltre, sono difficilmente biodegradabili, il che significa che i mozziconi gettati a terra contaminano l’ambiente per lungo tempo, addirittura anni. I filtri di sigaretta non comportano quindi alcun vantaggio, né dal punto di vista della salute pubblica né da quello ambientale. In Belgio, il Conseil supérieur de la santé, ossia la più alta autorità sanitaria del paese, raccomanda pertanto di vietarli tutti, sia a livello nazionale sia a livello europeo.
Questa la presa di posizione del Conseil supérieur de la santé: