Vietare i filtri di sigaretta – due ONG svizzere fanno pressione sull’ONU

(Berna / Ginevra) A inizio agosto 2025 sono attesi a Ginevra rappresentanti di tutti i paesi per il secondo incontro nel quadro del quinto ciclo di negoziati (INC-5.2) in vista di concludere un trattato internazionale per lottare contro l’inquinamento da materie plastiche. Dopo le difficoltà emerse durante le discussioni tenutesi a Busan, in Corea del Sud, nel novembre 2024, si spera questa volta di giungere a un testo definitivo. Una componente sovente trascurata di questo problema, che tuttavia ha un impatto rovinoso sull’ambiente, sono i mozziconi di sigaretta. Per questa ragione le due organizzazioni che diramano il presente comunicato – AT Svizzera e stop2drop – chiedono che i filtri di sigaretta, che sono di plastica, siano finalmente vietati, e questo a livello mondiale.

Ogni anno, in tutto il pianeta, vengono gettati a terra 4,5 miliardi di mozziconi di sigaretta. Moltissime persone, fumatrici o meno, non sanno che questi resti sono piccoli ma hanno un impatto ecologico enorme. «I filtri di sigaretta sono fatti di plastica, più esattamente di acetato di cellulosa. Questo si degrada con molta lentezza e, oltretutto, in microplastiche estremamente dannose», spiega Markus Dick, direttore dell’ONG stop2drop, che aggiunge: «un mozzicone contiene oltre 7000 sostanze chimiche, tra le quali metalli pesanti tossici e nicotina. Trascinati via dalle precipitazioni, questi inquinanti contaminano rapidamente il suolo e le acque».

Inganno sistematico – perché i filtri di sigaretta fanno male

I fabbricanti di sigarette hanno introdotto i filtri negli anni '50 per placare le preoccupazioni che cominciavano a emergere riguardo il legame fra tabagismo e tumore al polmone. Tuttavia, i filtri non solo non offrono la protezione promessa, ma oltretutto sono di plastica e hanno un impatto devastante sull’ambiente. Luciano Ruggia, direttore dell’Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo (AT Svizzera), spiega: «I filtri sono un trucco di marketing che l’industria del tabacco ha escogitato per far credere a chi fuma di essere al riparo dalle sostanze nocive. In realtà i filtri non servono a nulla. Anzi, fanno male, poiché inducono a inspirare con maggior forza e in questo modo le sostanze tossiche entrano più in profondità nei polmoni».

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1 milione di mozziconi di sigaretta – ossia 1 milione di rifiuti tossici e di plastica – raccattati da simpatizzanti dell’ONG stop2drop.

L’intero pianeta partecipa ai negoziati – ma i filtri interessano a qualcuno?

Dal 5 al 14 agosto 2025 la comunità internazionale si riunirà presso il Palazzo delle Nazioni a Ginevra in vista di concludere un trattato internazionale per lottare contro l’inquinamento da materie plastiche. Durante i negoziati sarà molto importante fare in modo che non ci si dimentichi dei filtri di sigaretta. «L’intero pianeta sta discutendo un accordo contro l’inquinamento da materie plastiche e non è proprio il momento di dimenticare che i filtri di sigaretta, che sono appunto di plastica, vanno inclusi al più presto nell’elenco dei divieti», spiega Luciano Ruggia. Senza una regolamentazione chiara, infatti, questi rifiuti che non sono solo di plastica, ma contengono anche sostanze tossiche, continueranno a inquinare l’ambiente.

Non c'è spazio per soluzioni sbagliate: vietiamo del tutto i filtri per sigarette

Con l’accordo in corso di negoziato a Ginevra si vorrebbe vietare la plastica usa e getta. Per tanti prodotti esistono già alternative ecologiche, ad esempio le cannucce di bambù o i sacchetti di carta compostabili. Per i filtri di sigaretta, invece, non esiste alcuna alternativa sostenibile. L’industria del tabacco sta cercando di aggirare il divieto con filtri che afferma essere «ecologici», ad esempio filtri di carta con diciture quali «eco filters» o «green butts», o con varianti sedicenti biodegradabili prodotte a partire da fibre vegetali. Ma si tratta chiaramente di greenwashing, poiché i filtri sono e rimangono rifiuti altamente tossici che contaminano il suolo e le acque con catrame, nicotina e metalli pesanti. Inoltre, molti di questi autoproclamati «biofiltri» si degradano solo in ben precise condizioni di laboratorio, che all’esterno sono invece rarissime. Con questa strategia l’industria intende continuare a vendere gli stessi filtri usa e getta, semplicemente attribuendo loro una nuova etichetta. I negoziati in vista dell’INC non devono lasciarsi ingannare da queste mire. Per Luciano Ruggia di AT Svizzera è chiaro: «il divieto dovrà riguardare tutti i tipi di filtri, non solo quelli di plastica».

Prendere sul serio la Convenzione OMS

I mozziconi di sigaretta sono il rifiuto più comunemente gettato in terra, in tutto il pianeta e anche in Svizzera. AT Svizzera e stop2drop chiedono pertanto che il trattato internazionale per lottare contro l’inquinamento da materie plastiche vieti i filtri di sigaretta facendo inoltre esplicito riferimento alla Convenzione quadro dell’OMS per la lotta al tabagismo (FCTC). Questa stabilisce, tra le altre cose, che le trattative politiche devono essere protette dalle ingerenze dell’industria del tabacco e che occorre prendere in considerazione l’inquinamento causato da questi prodotti. Riconoscere esplicitamente quanto stabilito dalla Convenzione FCTC permette non solo di considerare i filtri come ciò che sono, ossia rifiuti di plastica, ma anche come prodotti del tabacco che creano dipendenza e che causano gravi danni ambientali e sanitari.

La politica deve agire – queste le quattro richieste principali

AT Svizzera e stop2drop uniscono le loro voci per chiedere:

  • Il divieto totale e assoluto dei filtri, e questo indipendentemente dal materiale. In altre parole, il divieto deve comprendere anche i cosiddetti «filtri ecologici». I filtri devono essere classificati come prodotti del tabacco, ossia nocivi, e vanno completamente vietati.
  • Il rispetto del principio «chi inquina paga»: i fabbricanti di sigarette devono coprire i costi per la pulizia de luoghi dove vengono gettati i mozziconi e per lo smaltimento dei filtri, che sono rifiuti tossici e di plastica.
  • Un quadro chiaro invece di ecologismo di facciata: l’accordo deve fare esplicito riferimento alla Convenzione quadro dell’OMS per la lotta al tabagismo (FCTC), così da contrastare efficacemente le ingerenze dell’industria del tabacco e collegare in modo coerente la politica ambientale e sanitaria.
  • Un’informazione indipendente e regole chiare: occorrono campagne di sensibilizzazione nelle quali l’industria non possa intromettersi e norme vincolanti per la raccolta e lo smaltimento dei mozziconi di sigaretta, in modo da combattere efficacemente il littering.

Sono a disposizione per informazioni :

Tedesco : Markus Dick, Geschäftsführer stop2drop, +41 77 448 35 76, markus.dick@stop2drop.ch Nicola Imseng, Kommunikation AT Schweiz, +41 79 396 55 37, nicola.imseng@at-schweiz.ch

Francese : Luciano Ruggia, Directeur Association suisse pour la prévention du tabagisme, +41 78 633 14 42, luciano.ruggia@at-schweiz.ch

Italiano : Luciano Ruggia, Direttore Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo, +41 78 633 14 42, luciano.ruggia@at-schweiz.ch

Inglese : Luciano Ruggia, Director Swiss Association for Tobacco Control, +41 78 633 14 42, luciano.ruggia@at-schweiz.ch

AT Svizzera

AT Svizzera è il centro di competenze nazionale per la prevenzione del tabagismo. In qualità di organizzazione mantello, riunisce attualmente oltre 50 gruppi e associazioni, ai quali mette a disposizione un’ampia rete di conoscenze professionali e specialistiche sulla lotta al fumo e sulla prevenzione. Si impegna a offrire alla Svizzera un futuro senza fumo e più sano, utilizzando strumenti scientificamente fondati e mettendo in contatto tutti i principali interlocutori attivi in questo ambito. Informazioni supplementari: www.at-svizzera.ch

stop2drop

stop2drop è il nome di un’iniziativa promossa nel 2019 da un gruppo di allieve e allievi di avviamento professionale del Canton Berna, diventata un’associazione indipendente nel 2022. Il suo obiettivo è combattere il littering causato dal consumo di sigarette e sensibilizzare la popolazione e le autorità sull’impatto ambientale e sanitario dei prodotti contenenti nicotina. L’ONG collabora con una fitta rete di partner attivi nella protezione dell’ambiente e nella prevenzione del tabagismo. Il Fondo per la prevenzione del tabagismo (FPT) della Confederazione sostiene stop2drop nel quadro del suo programma per i bambini e i giovani. Informazioni supplementari: www.stop2drop.ch

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