Verso una Svizzera senza tabacco né nicotina
L’Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo (AT Svizzera) è il centro di competenza per la prevenzione del tabagismo in Svizzera. Quale organizzazione mantello in questo ambito, AT Svizzera conta oggi tra i suoi aderenti oltre 50 associazioni. Essa offre ai suoi membri una vasta rete di esperte e esperti, e fornisce loro conoscenze specialistiche sul controllo e la prevenzione del tabagismo. Con i suoi servizi, che sono fondati su dati scientifici consolidati, e la sua rete di contatti, che conta tutti i principali enti attivi su questo fronte, la nostra associazione si impegna per fare in modo che la popolazione svizzera possa vivere in buona salute e liberarsi dalla dipendenza dal fumo. Al contempo, AT Svizzera offre il suo aiuto alle persone che desiderano smettere di fumare e disintossicarsi dalla nicotina.
Purtroppo, gran parte della popolazione svizzera considera ancora «normale» il consumo di prodotti di tabacco e di nicotina. Pertanto, un importante asse strategico di AT Svizzera è attirare l’attenzione su questo aspetto e rimetterlo in discussione (denormalizzazione del consumo). Un’altra priorità del nostro lavoro è la protezione dei giovani: AT Svizzera vorrebbe riuscire a persuadere chi fuma che la migliore soluzione è senz’altro smettere. Infine, la nostra associazione mira a rafforzare la protezione di tutta la popolazione dal fumo passivo.
02.11.2021 |Comunicati stampa
La Svizzera al secondo posto mondiale nella classifica dei paesi che subiscono il lobbismo dell’industria del tabacco
Nell’edizione 2021 dell’indice che misura l’impatto del lobbismo esercitato dall’industria del tabacco, la Svizzera occupa il vergognoso 79° e penultimo posto, appena davanti alla Repubblica Dominicana. Un risultato che conferma quanto già si sapeva, ossia che l’industria del tabacco interferisce massicciamente nella vita politica del nostro paese – e questo al solo scopo di vendere i suoi prodotti nocivi e letali.
Collezionando 92 sui 100 punti possibili, la Svizzera si situa al 79° e penultimo posto, confermandosi così un paradiso per l’industria del tabacco. Tra i 16 paesi europei che prendono parte alla classifica, il nostro risulta semplicemente il peggiore. I paesi che, al contrario, riescono a far fronte nel migliore dei modi all’ingerenza da parte dell’industria del tabacco sono il Brunei Darussalam, la Nuova Zelanda e il Regno Unito.
20 indicatori per quantificare gli interessi commerciali dell’industria del tabacco
Il Global Tobacco Industry Interference Index è un indice internazionale compilato dal Global Centre for Good Governance in Tobacco Control (GGTC). Basato su 20 indicatori orientati in funzione delle Direttive per l’applicazione dell’articolo 5.3 della Convenzione quadro dell’OMS per la lotta al tabagismo (FCTC), permette di misurare l’ingerenza dell’industria del tabacco nella vita politica di un paese. In particolare, quantifica gli sforzi messi in atto dai governi per contrastare l’influsso di questa lobby potentissima. La valutazione fa ricorso a un sistema a punti. Più alto è il punteggio, peggiore è la situazione nella quale si trova il paese analizzato e maggiore è l’ingerenza dell’industria del tabacco nelle decisioni politiche e nei processi legislativi. In Svizzera, questa ingerenza si rivela particolarmente alta, poiché corrisponde a ben 92 punti su 100.
Per l’industria del tabacco la Svizzera non è altro che un parco giochi
Come in molti altri paesi, anche in Svizzera le multinazionali del tabacco ritardano e ostacolano gli orientamenti delle politiche di salute pubblica che potrebbero danneggiare i loro interessi. Si insinuano nei dibattiti sulle misure di regolamentazione, influiscono su chi è chiamato a prendere le decisioni e impiegano numerosi lobbisti per rappresentare i loro interessi e per diffondere informazioni di parte. L’esempio più recente è la legge federale sui prodotti del tabacco, adottata dal Parlamento il 1° ottobre scorso dopo oltre sei anni di lavori, che si rivela una delle regolamentazioni più deboli d’Europa per quanto concerne la pubblicità in questo settore. Nella lotta al tabagismo la Svizzera resta così il fanalino di coda dell’intero continente e questo piazzamento vergognoso è una diretta conseguenza del lobbismo massiccio esercitato dall’industria del tabacco.
La Svizzera si è lasciata sfuggire la possibilità di ratificare la FCTC e le multinazionali continuano a trarre enormi vantaggi da una legislazione federale sul controllo del tabacco ridotta ai minimi termini: si pensi anche solo alla tassa sul tabacco, la cui aliquota è stata congelata nel 2013 e che permette di vendere sul nostro territorio prodotti da fumo senza incontrare praticamente alcun ostacolo. La Svizzera non è altro che un parco giochi per le multinazionali che vi hanno trasferito la loro sede, quali Philip Morris International (PMI), British American Tobacco (BAT) e Japan Tobacco International (JTI). Ricordiamo che la cifra d’affari netta globale che queste tre compagnie hanno registrato nel 2019 supera gli 80 miliardi di dollari.
Ogni anno, 9’500 persone muoiono in Svizzera a causa del fumo. Un ben triste bilancio! Senza contare che, con ogni probabilità, nell’immediato futuro su questo fronte cambierà ben poco. Come mostra il rapporto, ostacolando con il suo lobbismo l’adozione di nuove leggi e misure volte a regolamentare la commercializzazione sia dei prodotti da fumo tradizionali sia di quelli nuovi, l’industria del tabacco non fa altro, in definitiva, che minare la salute pubblica.
Qui si può consultare il rapporto completo.
Per qualsiasi domanda, La invitiamo a rivolgersi a:
Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo
Wolfgang Kweitel, public affairs, wolfgang.kweitel@at-schweiz.ch / tel. 031 599 10 22
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