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25.10.2021 |News

I test sui liquidi e sui vapori delle sigarette elettroniche danno risultati inquietanti

Nuove analisi svolte in Australia e negli Stati Uniti hanno rintracciato nei liquidi per sigarette elettroniche e nei loro vapori numerose sostanze anche molto preoccupanti. Questi risultati confermano studi precedenti e puntano il dito su altri composti chimici problematici. Ora appare chiaro che la maggior parte delle sostanze presenti non è ancora stata identificata, e ciò vanifica l’attendibilità di qualsiasi analisi dei rischi legati all’utilizzazione di sigarette elettroniche.

Immagine: contenitore di liquido di una sigaretta elettronica

In uno studio pubblicato nel 2019, l’équipe di ricercatrici e di ricercatori riunita attorno al professor Alexander Larcombe aveva reso noti i risultati sorprendenti e allarmanti ai quali era giunta dopo aver analizzato una serie di liquidi commercializzati in Australia per le sigarette elettroniche e dichiarati senza nicotina. Dei 10 liquidi sottoposti a esame, il 60% conteneva nicotina e alcuni in quantità che non potevano essere spiegate con la semplice presenza di impurità. In tutti i campioni, i ricercatori avevano trovato 2-clorofenolo, una sostanza molto diffusa nei pesticidi e nei disinfettanti e nota per gli effetti irritanti sulla pelle e sui polmoni. Inoltre, la maggior parte dei liquidi analizzati conteneva acido 2-ammino ottanoico, un amminoacido che si trova nelle feci, nelle urine e nel sangue dei mammiferi. Questi risultati hanno spinto l’équipe ad estendere le sue analisi anche ad altri prodotti.

I risultati inquietanti si confermano

L’analisi più recente ha preso in considerazione 65 liquidi, tutti acquistati online o in negozio, tutti pubblicizzati come le migliori vendite in Australia e tutti dichiarati senza nicotina. Questi prodotti offrono così uno spaccato rappresentativo di quanto viene acquistato da molte consumatrici e da molti consumatori australiani di sigarette elettroniche. Per questa nuova serie di test, inoltre, i liquidi sono stati anche riscaldati, così da simularne il consumo e analizzare le sostanze che si formano in seguito.

L’équipe di ricerca ha rilevato la presenza di diversi aromi, la maggior parte dei quali sono considerati «generalmente sicuri» per la preparazione di alimenti e di bevande, ma dei cui effetti in caso di inalazione non si sa nulla.

Sono state nuovamente rinvenute tracce di nicotina, ma in un numero di campioni inferiore, così come inferiore era anche la concentrazione. Gli autori suppongono che ciò sia dovuto a metodi di produzione che, nel frattempo, si sono fatti più accurati. Ma potrebbe anche essere dovuto al fatto che è stata analizzata solo la presenza della cosiddetta nicotina «libera» e non dei sali di nicotina, oggi molto diffusi.

L’équipe di ricerca ha anche individuato varie sostanze chimiche preoccupanti quali il già citato 2-clorofenolo, ma anche benzaldeide, aldeide trans-cinnamica e mentolo. Il 2-clorofenolo è stato rilevato solo nella metà circa dei liquidi analizzati, la benzaldeide in tutti i liquidi tranne quattro, mentre il mentolo e l’aldeide trans-cinnamica erano presenti in circa tre quarti dei liquidi.

La presenza di questi aromi sintetici è preoccupante per più ragioni:

  • Tutte queste sostanze sono note per alterare gli effetti della nicotina. Il mentolo favorisce l’instaurazione di una dipendenza dalla nicotina.
  • La benzaldeide e la aldeide trans-cinnamica sono note per inibire l’enzima CYP2A6, che svolge un ruolo fondamentale nella metabolizzazione di numerose sostanze. Quando questo enzima è inibito, la nicotina resta più a lungo nell’organismo.
  • La benzaldeide irrita le vie respiratorie e compromette le difese immunitarie in caso di infezione polmonare. L’aldeide trans-cinnamica ha effetti ancora più forti sulle cellule immunitarie polmonari.
Analisi chimica completa

Un’équipe di ricerca dell’Università Johns Hopkins, diretta dalla professoressa Mina Tehrani, ha ulteriormente approfondito i test sui liquidi destinati alle sigarette elettroniche e sui vapori inalati, presentandone un’analisi chimica completa. Finora le analisi dei liquidi e dei vapori si erano limitate a rilevare sostanze già note, ossia quelle che si trovano nelle sigarette tradizionali, ed erano così servite ad affermare che le sigarette elettroniche sarebbero, rispetto a queste, meno dannose. Il fatto che altre sostanze tossiche potrebbero essere presenti nei liquidi e nei vapori inalati non era stato preso in considerazione.

L’équipe di Baltimora ha analizzato i liquidi aromatizzati al tabacco di quattro marche popolari negli Stati Uniti (Mi-Salt, Vuse, Juul e Blu). I test hanno rilevato quasi 2’000 sostanze chimiche nei liquidi e nei vapori, la maggior parte delle quali non sono state identificate. Di quelle che è stato possibile identificare, sei sono potenzialmente dannose e tre di queste non erano mai state rilevate prima nei prodotti per sigarette elettroniche. Le ricercatrici e i ricercatori sono stati particolarmente sorpresi di trovare caffeina, uno stimolante, in due dei quattro liquidi. I prodotti per sigarette elettroniche possono effettivamente contenere caffeina, ma si supponeva che si trattasse solo dei liquidi dal sapore orientato in questa direzione (ad es. caffè e cioccolato). È lecito chiedersi se nei due liquidi in questione la caffeina sia stata aggiunta di proposito, e se sì, per quale ragione. Oltre alla caffeina, sono state rilevate tre sostanze chimiche industriali, un pesticida e due aromi che possono avere effetti tossici e irritanti sulle vie respiratorie.

Niente di nuovo

Già nel 2016, l’analisi di Sleiman et al. aveva rilevato la presenza di diversi composti chimici nel vapore prodotto dalle sigarette elettroniche, i cui effetti potenzialmente nocivi non solo sulle consumatrici e sui consumatori diretti, ma anche su chi è esposto al fumo passivo, non possono che sollevare inquietudine. Queste emissioni chimiche, infatti, sono associate a diversi effetti sulla salute, anche cancerogeni. Oltre ad aldeidi e ad altri composti organici volatili, l’équipe di ricerca aveva rilevato la presenza di ossido di propilene nei liquidi e di glicidolo nei vapori. Entrambi sono considerati cancerogeni possibili o probabili.

Troppe incognite

I risultati dello studio australiano e di quello statunitense mettono in luce un fatto in particolare: quanto sappiamo attualmente delle sostanze chimiche presenti nei liquidi per sigarette elettroniche e nei vapori inalati è veramente poco. Allarmante non è solo il numero di sostanze rilevate, ma anche il fatto che una gran parte di esse non sia stata identificata. Queste incognite vanificano l’attendibilità di qualsiasi analisi dei rischi legati all’utilizzazione di sigarette elettroniche. È molto probabile che tra tutte le sostanze non identificate si trovino altre sostanze nocive. Inoltre, lo studio australiano mostra che oltre alle sostanze nocive note, vi sono anche sostanze delle quali ciò che non è noto sono le possibili conseguenze per la salute quando vengono inalate.

Questi studi dimostrano che le sigarette elettroniche non sono prive di rischi per la salute delle consumatrici e dei consumatori. È solo la portata di questi rischi che non è ancora chiara.

Fonti:

Larcombe, Alexander; Allard, Sebastien; Pringle, Paul; Mead-Hunter, Ryan; Anderson, Natalie; Mullins, Benjamin (2021): Chemical analysis of fresh and aged Australian e-cigarette liquids. In The Medical journal of Australia. DOI: 10.5694/mja2.51280.

Sleiman, Mohamad; Logue, Jennifer M.; Montesinos, V. Nahuel; Russell, Marion L.; Litter, Marta I.; Gundel, Lara A.; Destaillats, Hugo (2016): Emissions from Electronic Cigarettes: Key Parameters Affecting the Release of Harmful Chemicals. In Environ. Sci. Technol. 50 (17), pp. 9644–9651. DOI: 10.1021/acs.est.6b01741.

Tehrani, Mina W.; Newmeyer, Matthew N.; Rule, Ana M.; Prasse, Carsten (2021): Characterizing the Chemical Landscape in Commercial E-Cigarette Liquids and Aerosols by Liquid Chromatography-High-Resolution Mass Spectrometry. In Chem. Res. Toxicol. DOI: 10.1021/acs.chemrestox.1c00253.

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